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Home restaurant Hotel

Orecchiette nel mirino della Finanza, Home Restaurant bersaglio della Rai

BARI: Il 28 marzo 2025, secondo quanto riportato dal Direttore Antonio Loconte nel servizio andato in onda su Quinto Potere, ci sarebbe stato un blitz della Guardia di Finanza presso l’Arco Basso di Bari Vecchia, dove sarebbero state sequestrate orecchiette e altri prodotti sospettati di essere industriali, ma venduti come artigianali. Al momento, l’operazione non risulta ancora ufficialmente confermata dalle autorità competenti, ma è stata documentata da Quinto Potere nella sua inchiesta odierna.

 

 

 

 

 

 

 

Il servizio riaccende i riflettori su un fenomeno tollerato da oltre vent’anni: la vendita in suolo pubblico, da parte delle cosiddette “pastaie”, che utilizzano abitazioni private (accatastate come residenziali) trasformandole in esercizi pubblici abusivi. Il tutto, spesso in condizioni igieniche precarie, persino accanto a cantieri aperti.

A commentare con soddisfazione l’intervento – qualora confermato – è Gaetano Campolo, CEO della piattaforma Home Restaurant Hotel, da tempo impegnato a distinguere l’attività degli Home Restaurant da quella delle pastaie:  

 “Se fosse confermato che si tratta di prodotti industriali spacciati per artigianali, sarebbe un passo importante. È da oltre 20 anni che questa realtà opera senza alcun controllo. Ancor più grave è che sia stata spesso confusa con il nostro settore, che invece è regolamentato e opera nel rispetto della legge”.

Campolo punta il dito contro la disinformazione, in particolare quella andata in onda nel servizio di Mi Manda Rai Tre del 9 novembre 2024, che – denuncia – ha diffuso fake news sugli Home Restaurant parlando di Bari Vecchia come se il problema fosse l’Home Restaurant di Nunzia Caputo una delle tante Pastaie definita le Regina delle Orecchiette finanziata persino da Molino Casillo senza mai parlare della Truffa delle Orecchiette, omettendo riferimenti a normative, pareri istituzionali e regolamenti in vigore per praticare Home Restaurant:  

 “Siamo stati contattati per partecipare, ma poi censurati. Il servizio ha mostrato solo una versione dei fatti, facendo passare gli Home Restaurant come attività abusive, quando in realtà sono legittimate dalla comunicazione in Questura e devono svolgersi in forma privata e occasionale. Non serve SCIA, non serve partita IVA”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La denuncia si fa ancora più preoccupante quando Campolo collega la trasmissione Rai ad alcuni controlli mirati:  

“Una settimana prima della messa in onda, alcuni nostri associati hanno ricevuto visite e pressioni dai NAS dei Carabinieri, che però non sono competenti per il nostro settore. A Passignano sul Trasimeno hanno cercato di entrare in abitazioni private, violando l’articolo 14 della Costituzione. Intanto a Bari Vecchia, dove si vende in strada e sotto gli occhi di tutti, nessuno è mai intervenuto”.

Campolo accusa poi Fipe Confcommercio di fare lobbying contro il settore:  

“Da anni portano avanti una guerra di disinformazione, ospitati spesso in studio senza contraddittorio, sostenuti da giornalisti ed editori influenti. L’Antitrust nel 2017 ha già chiarito che gli Home Restaurant non possono essere equiparati ai ristoranti tradizionali, ma nessuno lo dice”.

Il CEO della piattaforma ribadisce infine le regole valide per il settore:  

“Per fare Home Restaurant non serve nessuna SCIA né partita IVA. È un’attività occasionale e privata, da svolgere con comunicazione in Questura. Chi disinforma danneggia una realtà che sta crescendo nel rispetto della legalità”.

Ora si attende una conferma ufficiale sul presunto blitz della Guardia di Finanza, ma l’inchiesta di Quinto Potere ha comunque riacceso il dibattito e messo in luce contraddizioni e ingiustizie troppo a lungo ignorate.

 

Author: Gaetano

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