La Home Restaurant Hotel Srl, voce rappresentativa del settore Home Restaurant, esprime delusione per l’assenza di misure significative nella Manovra sulla Legge di Bilancio 2025 a sostegno delle attività di social eating e delle prestazioni occasionali. L’aspettativa principale era un adeguamento del tetto per le prestazioni di lavoro occasionale a 10.000 euro, in linea con la media europea.
“In Italia, si tende spesso a vietare piuttosto che incentivare,” afferma Gaetano Campolo, CEO di Home Restaurant Hotel Srl, sottolineando come realtà emergenti, tra cui il settore Home Restaurant e la sua startup attiva dal 2017, continuino a combattere contro resistenze istituzionali. Nonostante il sostegno ricevuto in passato dall’Antitrust e dalla Commissione Europea, che hanno mostrato un’apertura verso i nuovi modelli economici, il settore resta privo di un codice ATECO specifico e di interventi mirati che possano favorirne lo sviluppo.
Campolo si dice fiducioso rispetto alla Costituzione e ai principi di crescita economica, ribadendo che la Home Restaurant Hotel non teme eventuali pressioni da parte di gruppi di interesse. Tuttavia, ricorda che il governo Meloni ha promesso di contrastare le lobby e si augura che tale impegno venga mantenuto anche nei confronti di settori innovativi come quello degli Home Restaurant.
L’aumento della soglia per le prestazioni occasionali fino a 10.000 euro, oltre a rappresentare un passo dovuto per la competitività e la modernizzazione del settore, avrebbe risposto anche a esigenze di carattere economico e sociale. “I nostri associati ne avrebbero beneficiato direttamente, ma l’impatto positivo sarebbe stato ancora più ampio, coinvolgendo categorie come i pensionati, che trovano nei lavori occasionali un’opportunità di socializzazione più che un semplice mezzo di guadagno,” continua Campolo, evidenziando i valori fondanti del social eating.
L’invito della Home Restaurant Hotel Srl è chiaro: è necessario che il Governo italiano guardi con maggiore attenzione ai nuovi settori emergenti e all’economia della condivisione, favorendo un quadro normativo che ne consenta la crescita, senza scoraggiare iniziative innovative e sostenibili.
