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Fake news contro l’Home Restaurant: quando la disinformazione fa comodo alle lobby

In un’Italia sempre più divisa tra legalità e lobbismo, emerge con forza la voce di Gaetano Campolo, CEO di Home Restaurant Hotel, piattaforma leader del settore Home Restaurant. Campolo torna a denunciare pubblicamente le storture e le ingiustizie che da anni affliggono questo comparto, tra abusi normativi, campagne di disinformazione e silenzi compiacenti delle istituzioni.

 

Dal caso “Orecchiette Gate” a Bari Vecchia alla manipolazione televisiva

 

 

 

 

 

 

 

Tutto è cominciato con il cosiddetto “Orecchiette Gate” a Bari Vecchia, portato alla ribalta da Mi Manda Rai Tre. Un servizio che, secondo Campolo, ha tentato di confondere e criminalizzare il mondo degli Home Restaurant, mascherando però illegalità ben visibili, come l’abuso di suolo pubblico. Ma, cosa ancora più grave, senza mai chiarire che l’attività oggetto del servizio non rappresentava in alcun modo un vero Home Restaurant in regola con il modello privato e occasionale promosso da Home Restaurant Hotel è previsto dalla Costituzione.

 

 

 

 

 

 

 

Questa distorsione accompagnata in studio dal Vicedirettore Fipe Luciano Sbraga, in foto, che da anni come Associazione (Lobby) sta massacrando il settore Home Restaurant di fake news. 

 

Cesarine, la piattaforma sotto accusa al centro del “Tagliere Gate” a Bologna

Al centro della denuncia di Campolo vi è da anni Cesarine, piattaforma bolognese che opera in modo professionale sotto la forma giuridica di Home Food srl. Eppure, secondo quanto emerso da un’Ansa del luglio 2023, Campolo ha sollevato pesanti interrogativi sull’origine dei fondi e sul trattamento di favore ricevuto anche in queste ore, come la discutibile deroga concessa dal Comune di Bologna nel Marzo 2025. A oggi sono in corso denunce, ma la sensazione è quella di un sistema che favorisce certi attori in spregio alle regole del mercato e alla libera concorrenza e non solo.

 

Interventi illegittimi e pressioni indebite

Non è tutto. A Passignano sul Trasimeno, i NAS dei Carabinieri hanno tentato di accedere, senza successo perché senza mandato, nell’abitazione di un utente registrato alla piattaforma Home Restaurant Hotel, a seguito di una segnalazione della FIPE – la Federazione Italiana Pubblici Esercizi – che, ironicamente, sostiene sia economicamente Cesarine sia le Pastaie illegali di Bari Vecchia insieme all’Assessore del Partito Democratico Pietro Petruzzelli. Un doppio gioco che Campolo non esita a definire “immorale”, e che alimenta un clima di caccia alle streghe verso chi opera nella legalità. La Home Restaurant Hotel Srl mette a disposizione un ufficio legale gratuito come nel caso di Passignano sul Trasimeno per tutelare i propri associati. 

 

Un Far West tra autorità complici e stampa asservita

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’Italia sembra diventata un Far West normativo e mediatico: giornalisti compiacenti, talvolta provenienti da emittenti pubbliche come la RAI, vedi Mi Manda Rai Tre, contribuiscono a diffondere disinformazione sotto l’influenza di lobby come FIPE e Confcommercio. Campolo ha già sporto denuncia presso l’AGCOM e la Commissione di Vigilanza RAI in Parlamento, affinché venga fatta luce su queste manipolazioni.

 

Controlli selettivi e illeciti ignorati

Mentre le forze dell’ordine si accaniscono contro i piccoli home restaurant privati ed in regola con la Comunicazione in Questura vedi il caso di Passignano sul Trasimeno, a Bari Vecchia da vent’anni proliferano attività illegali sotto gli occhi di tutti. Oltre la piattaforma Cesarine Home Food Srl  , centinaia di singole realtà che si pubblicizzano su Google come ristoranti attivi sette giorni su sette. Eppure nessuno interviene. 

 

La Home Restaurant Hotel Srl, con una task force interna, ha già segnalato oltre 1.700 schede Google Business illegali alle Questure e alla Guardia di Finanza. Ma il paradosso rimane: chi opera nel rispetto delle regole viene perseguitato, mentre chi viola apertamente la normativa riceve agevolazioni.

 

Una normativa assente e una giungla di abusi regionali

La realtà normativa è chiara: gli Home Restaurant non possono essere equiparati ai ristoranti tradizionali, poiché operano nel mercato della concorrenza e non del commercio, come sancito dall’art. 117 della Costituzione. Ogni legge o linea guida regionale è pertanto un abuso e un atto incostituzionale.

Ad oggi, in assenza di una legge nazionale – ferma al Senato dal 2017 (DDL 26/47) – l’attività di Home Restaurant può essere svolta esclusivamente in forma privata e occasionale, senza partita IVA né SCIA, ma con codice fiscale e comunicazione alla Questura. Si può operare fino a un tetto di 5.000 euro netti l’anno, rilasciando ricevute non fiscali.

 

Fiducia nella Magistratura, ma servono tutele per chi rispetta le regole

“Se da un lato manteniamo fiducia nella Magistratura – conclude Campolo – dall’altro non possiamo restare in silenzio mentre autorità al servizio delle lobby e media disinformati attaccano un settore innovativo e trasparente. Vogliamo solo ciò che è giusto: tutele per chi rispetta la legge e controlli seri su chi da anni la calpesta.” La battaglia di Home Restaurant Hotel è solo all’inizio, ma il messaggio è chiaro: non si può fermare l’innovazione con la paura e l’ipocrisia. Gli italiani non sono stupidi conclude la nota. 

Author: Gaetano

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